Lungo le Alpi Apuane, in Toscana, si estendono le Vie del Marmo, un lungo ed affascinante percorso in cui il marmo la fa da protagonista. I romani lo chiamavano marmo di Luni, dal nome della misteriosa popolazione che abitava questo lembo di terra incastrato tra il mare e i monti, tra la Toscana, la Liguria e l’Emilia. Storia, arte e riscoperta di antichi valori: questo e molto altro possiamo trovare all’interno di un ambiente che non conosce epoche. Oggi, il marmo è impiegato in vari settori della ristrutturazione edilizia, in particolare nella ristrutturazione bagno.
Viaggio alla scoperta delle Vie del Marmo lungo le Alpi Apuane, tra arte e sapori
Il cuore pulsante della lavorazione del marmo è da sempre la città di Carrara, una cittadina incastonata tra le bellezze della Versilia e le Alpi Apuane. Passeggiando per la città si respira sin da subito un’atmosfera d’altri tempi e ogni piccolo vicolo che si percorre nasconde preziose creazioni in marmo che lasciano senza fiato turisti da ogni parte del mondo. Questi percorsi sono molto ricercati da interior design e architetti, sempre alla ricerca di materiali unici per la ristrutturazione di case o bagni.
Sono i cavatori di Carrara a custodire da anni il segreto del mestiere più antico e misterioso di sempre: l’estrazione del marmo, considerato in tutto il mondo l ‘oro bianco più amato di sempre. Basta poi seguire la via del marmo che da Carrara conduce a Colonnata per riassaporare sapori di altri tempi. Cattedrali di marmo che risplendono nella loro imponenza e ponti sospesi nel vuoto dove passava la ferrovia marmifera. Una montagna colossale mangiata pezzo dopo pezzo dall’uomo. La vegetazione è povera, ha poca terra dove crescere, le case sono piccole cose, strette tra il ciglio del fiume e i blocchi di marmo: laggiù, lontano, il mare luccica come una promessa. I più avventurosi possono entrare nelle cave aperte al pubblico, come quella dei Fantiscritti, un anfiteatro scavato ne cuore della montagna, o la cava della Piana, che secondo la tradizione ispirò a Dante la visione dell’Inferno.
Tra le cave attive troviamo anche la Cava di Michelangelo, sita nel Bacino del Polvaccio, è proprio in questo luogo che il grande maestro scelse con cura i blocchi di marmo utilizzati per creare opere meravigliose come la Pietà.
Il viaggio non può che concludersi in un paesaggio mozzafiato tra montagne di marmo e scenari che lasciano a bocca aperta, per poi raggiungere la piccola cittadina di Colonnata. Il Monumento al Cavatore è il punto nevralgico del paese, dove turisti e abitanti si ritrovano per ammirare e ricordare l’antico mestiere, ma si possono trovare graziosi scorci con negozi di souvenir e per i più golosi antiche trattorie dove viene servito il lardo, tra i più pregiati e famosi al mondo.
Un mestiere antico
Un tempo come venivano estratti i blocchi di marmo per trasportarli a valle? Vi siete mai chiesti come Michelangelo riuscì ad avere quei preziosi blocchi che diedero vita alle sue grandi opere famose in tutto il mondo?
Oggi la tecnologia ha permesso l’introduzione di macchinari quali gru, ponti e camion con cui viene facilitato questo duro lavoro e si sono adottate le misure di sicurezza necessarie per la messa in sicurezza dei lavoratori. Un tempo però i processi erano diversi, più faticosi e senza l’aiuto di grandi macchinari.
La lizzatura
Questo antica pratica deve il suo nome alle lizze, delle travi che venivano adoperate per trasportare a valle i blocchi di marmo. I grandi massi in marmo una volta staccati dalle pareti venivano sbozzati per donargli una forma più squadrata e più semplice da maneggiare. Una volta estratti, i blocchi venivano sistemati su una sorta di slitta, formata da tante lizze che permettevano l’aderenza del blocco e la discesa del marmo. Seguivano delle operazioni per assicurarsi il fissaggio e la stabilità dei blocchi di marmo e scongiurare così possibili tragedie durante il trasporto.
La slitta, veniva poi manovrata e controllata attraverso solide funi di canapa legate a dei piri, solidi pali in legno ancorati al terreno, e percorreva il pendio scivolando sui parati, travi di legno poste perpendicolarmente al percorso, che permettevano ai blocchi di scorrere più agilmente.Una volta raggiunto il piazzale di carico, il blocco di marmo veniva trasportato da carri e poi camion per poter raggiungere la zona d’interesse.
Un percorso lungo, faticoso e spesso pericoloso per i cavatori di un tempo che ha segnato la storia sin dall’antichità fino agli anni ’60 del novecento. Un mestiere che metteva a dura prova la forza dell’uomo e che poteva durare lunghe ore o addirittura giorni.
Un evento ormai imperdibile per i cittadini di Carrara e dei tanti paesi limitrofi, ma anche un’occasione per i turisti che passano da quel territorio, è la rievocazione della lizzatura, l’antica tecnica di estrazione e trasporto dei blocchi di marmo. Ogni anno infatti, alle cave di Fantiscritti nei pressi dei ponti di Vara, nel periodo estivo, viene rivissuto questo antico mestiere grazie alla Compagnia Lizzatori Carrara. L’evento, ormai conosciuto in tutta la zona, non rappresenta soltanto la memoria del passato, ma vuole mettere in luce un mestiere da sempre in ombra e a cui non si è dato mai il giusto valore.
Spesso il marmo diviene un elemento portante della nostra casa. E’ possibile ricercare fornitori professionali mediante il web. Importante comprendere la tipologia e costi. La casa diventa funzionale soltanto se sappiamo utilizzarlo. Richiedere un preventivo aiuta sempre per capire se i propri sogni di cambiamento sono utili e funzionali.